Nel corso del XVII secolo il Castello di
Capiate divenne l'oggetto di aspre e lunghe battaglie legali. Il
contenzioso ebbe origine dal matrimonio di Violante Spini con Ottavio
Mornico. Dopo aver promesso una cospicua dote, Francesco (senior) Spini,
padre della sposa, non tenne fede ai patti e pertanto il genero avviò
una causa legale affinché gli fosse pagato quanto pattuito.
Morti gli attori iniziali, la lite
proseguì coinvolgendo da un lato un nipote, unico erede
maschio e omonimo di Francesco Spini; dall'altro, essendo deceduti anche
Violante Spini e Ottavio Mornico, il fratello di quest'ultimo, Lelio.
La causa si protrasse più o meno dal 1625
al 1670, coinvolgendo
molti altri soggetti oltre ai membri delle due famiglie. Tra l'altro, vi si inserirà anche il Regio Fisco,
che vantava crediti tributari nei confronti di Francesco Spini. Alla fine, la
proprietà passerà alla famiglia
Mornico di Varenna.
I membri di questa famiglia erano
ricchi possidenti e professionisti legati al governo spagnolo del Ducato
di Milano. Possedevano, tra l'altro, la
villa Monastero a Varenna, famosa già all'epoca per la sua bellezza e imponenza.
Nel XVIII secolo i fratelli
Giovanni Battista e Lelio Mornico, sacerdoti milanesi, risistemarono ciò
che rimaneva dell'antica basilica di San Nazaro, realizzando la chiesa di
San Giuseppe, planimetricamente ed architettonicamente diversa e più
grande dell'attuale chiesetta avente la medesima intitolazione.
La famiglia Mornico tenne l'ex Castello
di Capiate, ormai trasformato in un'efficiente azienda agricola con
annessa casa padronale chiamata "Villa la Torre", per quasi trecento anni, fino
al 1901.
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