Paolo Diacono, lo storico longobardo
che al tempo di Carlo Magno scrisse la storia del suo popolo, parla
diffusamente di un'Isola Comacina, dalle fortezze imprendibili e ricca
di tesori, dove i Bizantini si asserragliarono e subirono un assedio di
sei mesi prima di cedere alla forza e superiorità delle milizie
longobarde. Dal diciottesimo secolo in poi tale Isola è
stata identificata con l'unica piccola isola del lago di Como situata di
fronte ad Ossuccio. Tale identificazione non è del tutto coerente
con quanto narrato nei testi storici né con lo stato dei luoghi. Abbiamo quindi tentato di
rileggere l'opera di Paolo Diacono cercando di eliminare le interpretazioni e
contaminazioni storiografiche dell'epoca moderna.
L'Isola potrebbe essere una realtà diversa dall'isola
lacustre a cui si è accennato, potendosi invece trattare di una porzione di territorio rimasta isolata durante
la prima fase della conquista longobarda. La sua genesi la accomunerebbe alle Isole Fulcheria e Brembana
situate tra i fiumi Serio, Brembo e Adda.
Questa nuova ipotesi risulta
coerente con alcuni avvenimenti archeologicamente provati, riconducibili
al passaggio dei territori lecchesi dalla dominazione bizantina a quella
longobarda successivamente all'anno 580. La distruzione
dell'insediamento gotico-bizantino del Monte Barro si inserirebbe nello scenario di transizione tra
le due dominazioni.
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